venerdì 4 novembre 2011

3 indicazioni per la Vita Sacerdotale

(dal vostro inviato a Roma)

Cari amici, 
stasera ho avuto l'occasione di partecipare ai Vespri per l'apertura dell'anno accademico della Facoltà Pontificie nella Basilica di San Pietro. 
Il Santo Padre, prendendo spunto dal 70° anniversario della Pontificia Opera per le Vocazioni Sacerdotali ha proposto una riflessione sulla vita sacerdotale. 

Ormai dieci anni fa, da giovane studente universitario, ho avuto la fortuna di partecipare, da "infiltrato", allo stesso appuntamento..oggi, l'ho rivissuto da seminarista iscritto all'Università Gregoriana! Con il Signore non mancano le sorprese!

Dieci anni fa Giovanni Paolo II rivolgeva agli studenti le seguenti (e stimolanti) parole: 


Lo studio della teologia e delle discipline ecclesiastiche è orientato all'evangelizzazione. Sappiate perciò apprendere un metodo rigoroso, affrontando con coraggio e generosità la fatica della ricerca, per sperimentare poi in prima persona l'incontro fecondo tra fede e ragione. Mediante queste "due ali" potrete avvicinarvi sempre più alla contemplazione della verità e farvi lieti compagni di viaggio per gli uomini del nostro tempo, spesso confusi e smarriti sulle strade del mondo

Oggi Benedetto XVI ha parlato così:


Vi sono alcune condizioni perché vi sia una crescente consonanza a Cristo nella vita del sacerdote. Vorrei sottolinearne tre, che emergono dalla Lettura che abbiamo ascoltato: l’aspirazione a collaborare con Gesù alla diffusione del Regno di Dio, la gratuità dell’impegno pastorale e l’atteggiamento del servizio.

Innanzitutto, nella chiamata al ministero sacerdotale c’è l’incontro con Gesù e l’essere affascinati, colpiti dalle sue parole, dai suoi gesti, dalla sua stessa persona
E’ l’avere distinto, in mezzo a tante voci, la sua voce, rispondendo come Pietro «Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,68-69). E’ come essere stati raggiunti dall’irradiazione di Bene e di Amore che promana da Lui, sentirsene avvolti e partecipi al punto da desiderare di rimanere con Lui come i due discepoli di Emmaus - «resta con noi perché si fa sera» (Gv 24,29) e di portare al mondo l’annuncio del Vangelo (…) Il ministro del Vangelo allora è colui che si lascia afferrare da Cristo, che sa «rimanere» con Lui, che entra in sintonia, in intima amicizia, con Lui, affinché tutto si compia “come piace a Dio” (1 Pt 5,2), secondo la sua volontà di amore, con grande libertà interiore e con profonda gioia del cuore.

In secondo luogo, si è chiamati ad essere amministratori dei Misteri di Dio «non per vergognoso interesse, ma con animo generoso», dice san Pietro nella Lettura di questi Vespri  (ibidem)  ... La chiamata del Signore al ministero non è frutto di meriti particolari, ma è dono da accogliere e a cui corrispondere dedicandosi non a un proprio progetto, ma a quello di Dio, in modo generoso e disinteressato, perché Egli disponga di noi secondo la sua volontà, anche se questa potrebbe non corrispondere ai nostri desideri di autorealizzazione... Mai dobbiamo dimenticare – come sacerdoti – che l’unica ascesa legittima verso il ministero di Pastore non è quella del successo, ma quella della Croce.

In questa logica essere sacerdoti vuol dire essere servi anche con l’esemplarità della vita. «Fatevi modelli del gregge» è l’invito dell’apostolo Pietro (1 Pt 5,3). I presbiteri sono dispensatori dei mezzi di salvezza, dei sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e della Penitenza, non ne dispongono a proprio arbitrio, ma ne sono umili servitori per il bene del Popolo di Dio. E’ una vita, allora, segnata profondamente da questo servizio: dalla cura attenta del gregge, dalla celebrazione fedele della liturgia, e dalla pronta sollecitudine verso tutti i fratelli, specie i più poveri e bisognosi. 

(…) E’ importante per tutti, infatti, imparare sempre di più a «rimanere» con il Signore, quotidianamente, nell’incontro personale con Lui per lasciarsi affascinare e afferrare dal suo amore ed essere annunciatori del suo Vangelo; è importante cercare di seguire nella vita, con generosità, non un proprio progetto, ma quello che Dio ha su ciascuno, conformando la propria volontà a quella del Signore; è importante prepararsi, anche attraverso uno studio serio e impegnato, a servire il Popolo di Dio nei compiti che verranno affidati.

Buono studio dunque, e buona preparazione a tutti!

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